Il numero zero, da dove è partita l'idea
L'usciere era nervoso, quella mattina anche il caffè gli aveva lasciato la mente annebbiata. Si voltò e la vide..
Vide il nuovo sindaco: capelli rossi, snella, alta in tailleur e con auto reggenti nere. Era accompagnata da un uomo basso e calvo che sorrideva e si atteggiava a napoleone. L'usciere sospirò e pensò che se avesse avuto i soldi dell'uomo basso e insolente, ora lui avrebbe accompagnato il sindaco.
Rientrò nella sua gabbiotta, aprii le parole crociate e bestemmiò, perché non ricordava il nome del politico fondatore del partito chiamato Forza Italia.
Si sentì chiamare. Si alzò di malavoglia e si fece ancora più cupo quando riconobbe il tipo che voleva iscrivere il proprio blog...
Odiava questi blogger che venivano a chiedere dov'era il ROC. Da quando avevano messo questo nuovo ufficio il suo lavoro era raddoppiato e tutto ciò lo distoglieva dal suo cruciverba giornaliero.
Prese la focaccia alle olive comprata al forno dietro all'angolo e addebitata all'ex sindaco, accusato di sperperare il denaro pubblico e la riscaldò nel suo fornetto, nel frattempo il tipo venuto a iscrivere il suo blog stava in posizione interrogativa e lui non lo degnò neanche di uno sguardo...
Cominciò ad addentare la sua focaccia, buttò un’occhiata al giornale destinato a un Ufficio dove non sarebbe mai arrivato. Sentì i passi del tipo del blog che si allontanava e un mezzo sorriso gli passò come un’ombra di soddisfazione sul viso da duro. Si sentiva un vero usciere quando qualcuno, esasperato, se ne andava. Ora aveva deciso che la storia di questo ROC doveva finire una volta per tutte. I blogger proprio non li poteva soffrire, erano brutti spiritati, bianchi, con la gobba, le mani artritiche, le gambine magre magre, lo sguardo febbrile. I peggiori erano quelli che mentre gli chiedevano Dov’è il ROC non la smettevano di battere sui tasti del portatile con una furia degna di una migliore causa, ma ora basta, ci avrebbe pensato lui.
Il suo piano era semplice e geniale, si sarebbe avvalso di suo nipote, diplomato all'Industriale per eliminare la rete. Senza rete non ci sarebbero più i blogger, non ci sarebbe più il ROC, non ci sarebbe più l'economia dell'informazione e tutti i cittadini che vorranno avere informazioni su quell'ufficio pubblico dovranno passare da lui e questo aumenterà il suo potere.
Sapeva che suo nipote era la persona giusta. Aveva lasciato da poco la sua ragazza, una che si credeva una blogstar, il giorno che gli disse Linkami ancora in un raro momento di intimità. Lo mise al corrente del suo piano e il ragazzo in men che non si dica con la furia del suo amore ferito in una sola notte fece a brandelli la rete.
L’usciere e il nipote aprirono un Ufficio Unico Informazioni e lo chiamarono Raccontiamo Ogni Cavolata, purché pagata profumatamente.
Ma senza rete l'ufficio non fece molta strada, la gente non sapeva della sua esistenza e dopo poco anche i suoi amati cruciverba divennero costosi, era costretto a compilarli con la matita e una volta conclusi, a cancellarli e riscriverli... Si annoio presto. Gli mancava il suo gabbioto, i blogger con gli occhi spiritati, il sindaco colluso e l'autorizzazione a costruire a 10 metri dal mare la sua nuova casa.
Affranto, assisteva al reimbarbarimento dell'informazione, che senza la rete era stata fagocitata da megacoccodrilli ex-neoimperialisti. La notte faceva sogni spaventosi di blogger mefistotelici che scarabocchiavano insanguinatissimi post sul retro di vecchie fotocopie.
Una notte in cui gli incubi erano particolarmente reali, venne ridestato da un ragazzino spiritato, bianco e con la gobba. Lo riconobbe subito era uno di quei blogger che tanto aveva odiato... Il ragazzino gli fece cenno di seguirlo entrarono in auto e si recarono in un hangar in periferia.
Era il nascondiglio dei blogger, lì si riunivano per poter continuare la loro nobile arte, lì si commentavano creavano community, gelosie e classifiche... L'assenza della rete gli aveva costretto al contatto fisico e visivo, ma ora avevano bisogno dell'usciere.
Quando entrò e vide l’allucinante agglomerato barricato nel bunker capì che solo lui avrebbe potuto aiutarli, usando il suo Potere, e quello del club degli uscieri e dei loro amici influenti. Si fece riportare di corsa nel suo gabbiotto, il suo animo generoso, afflitto, abitudinario, aveva troppo desiderio di tornare alle pace, alle parole incrociate, al sindaco colluso, bramava uscire dall’empasse esistenzialmente estraniante, sarebbe tornare ad essere un uomo, un Usciere.
Usciere dopo usciere, palazzo dopo palazzo, ordì un tam-tam che dai capi uscieri ai vice direttori, dai vice direttori ai direttori, dai direttori ai responsabili dei direttori, dai responsabili dei direttori ai vice presidenti dei capi dei sotto ministri, dai vice presidenti dei capi dei sotto ministri ai vice sotto ministri, dai vice sotto ministri ai pusillanimi portaborse, dai pusillanimi portaborse ai ministri arrivò al Ministro Ultimo che firmò la legge che aboliva il ROC e la Riforma dell’editoria e di bocca in bocca la notizia felice giunse in un lampo all’Usciere. Si era giocato il tutto per tutto quella sera ma finalmente, senza i blogger tra i piedi avrebbe potuto riassaporare tutti i gusti del suo esercizio pubblico. Il nipote obbediente e competente in un’oretta ristabilì tutte le funzionalità della Rete, che libera da bavagli inaugurò l’era del web8 instancabilmente, appassionatamente, libera.
Autori:
L'usciere era nervoso, quella mattina anche il caffè gli aveva lasciato la mente annebbiata. Si voltò e la vide..
Vide il nuovo sindaco: capelli rossi, snella, alta in tailleur e con auto reggenti nere. Era accompagnata da un uomo basso e calvo che sorrideva e si atteggiava a napoleone. L'usciere sospirò e pensò che se avesse avuto i soldi dell'uomo basso e insolente, ora lui avrebbe accompagnato il sindaco.
Rientrò nella sua gabbiotta, aprii le parole crociate e bestemmiò, perché non ricordava il nome del politico fondatore del partito chiamato Forza Italia.
Si sentì chiamare. Si alzò di malavoglia e si fece ancora più cupo quando riconobbe il tipo che voleva iscrivere il proprio blog...
Odiava questi blogger che venivano a chiedere dov'era il ROC. Da quando avevano messo questo nuovo ufficio il suo lavoro era raddoppiato e tutto ciò lo distoglieva dal suo cruciverba giornaliero.
Prese la focaccia alle olive comprata al forno dietro all'angolo e addebitata all'ex sindaco, accusato di sperperare il denaro pubblico e la riscaldò nel suo fornetto, nel frattempo il tipo venuto a iscrivere il suo blog stava in posizione interrogativa e lui non lo degnò neanche di uno sguardo...
Cominciò ad addentare la sua focaccia, buttò un’occhiata al giornale destinato a un Ufficio dove non sarebbe mai arrivato. Sentì i passi del tipo del blog che si allontanava e un mezzo sorriso gli passò come un’ombra di soddisfazione sul viso da duro. Si sentiva un vero usciere quando qualcuno, esasperato, se ne andava. Ora aveva deciso che la storia di questo ROC doveva finire una volta per tutte. I blogger proprio non li poteva soffrire, erano brutti spiritati, bianchi, con la gobba, le mani artritiche, le gambine magre magre, lo sguardo febbrile. I peggiori erano quelli che mentre gli chiedevano Dov’è il ROC non la smettevano di battere sui tasti del portatile con una furia degna di una migliore causa, ma ora basta, ci avrebbe pensato lui.
Il suo piano era semplice e geniale, si sarebbe avvalso di suo nipote, diplomato all'Industriale per eliminare la rete. Senza rete non ci sarebbero più i blogger, non ci sarebbe più il ROC, non ci sarebbe più l'economia dell'informazione e tutti i cittadini che vorranno avere informazioni su quell'ufficio pubblico dovranno passare da lui e questo aumenterà il suo potere.
Sapeva che suo nipote era la persona giusta. Aveva lasciato da poco la sua ragazza, una che si credeva una blogstar, il giorno che gli disse Linkami ancora in un raro momento di intimità. Lo mise al corrente del suo piano e il ragazzo in men che non si dica con la furia del suo amore ferito in una sola notte fece a brandelli la rete.
L’usciere e il nipote aprirono un Ufficio Unico Informazioni e lo chiamarono Raccontiamo Ogni Cavolata, purché pagata profumatamente.
Ma senza rete l'ufficio non fece molta strada, la gente non sapeva della sua esistenza e dopo poco anche i suoi amati cruciverba divennero costosi, era costretto a compilarli con la matita e una volta conclusi, a cancellarli e riscriverli... Si annoio presto. Gli mancava il suo gabbioto, i blogger con gli occhi spiritati, il sindaco colluso e l'autorizzazione a costruire a 10 metri dal mare la sua nuova casa.
Affranto, assisteva al reimbarbarimento dell'informazione, che senza la rete era stata fagocitata da megacoccodrilli ex-neoimperialisti. La notte faceva sogni spaventosi di blogger mefistotelici che scarabocchiavano insanguinatissimi post sul retro di vecchie fotocopie.
Una notte in cui gli incubi erano particolarmente reali, venne ridestato da un ragazzino spiritato, bianco e con la gobba. Lo riconobbe subito era uno di quei blogger che tanto aveva odiato... Il ragazzino gli fece cenno di seguirlo entrarono in auto e si recarono in un hangar in periferia.
Era il nascondiglio dei blogger, lì si riunivano per poter continuare la loro nobile arte, lì si commentavano creavano community, gelosie e classifiche... L'assenza della rete gli aveva costretto al contatto fisico e visivo, ma ora avevano bisogno dell'usciere.
Quando entrò e vide l’allucinante agglomerato barricato nel bunker capì che solo lui avrebbe potuto aiutarli, usando il suo Potere, e quello del club degli uscieri e dei loro amici influenti. Si fece riportare di corsa nel suo gabbiotto, il suo animo generoso, afflitto, abitudinario, aveva troppo desiderio di tornare alle pace, alle parole incrociate, al sindaco colluso, bramava uscire dall’empasse esistenzialmente estraniante, sarebbe tornare ad essere un uomo, un Usciere.
Usciere dopo usciere, palazzo dopo palazzo, ordì un tam-tam che dai capi uscieri ai vice direttori, dai vice direttori ai direttori, dai direttori ai responsabili dei direttori, dai responsabili dei direttori ai vice presidenti dei capi dei sotto ministri, dai vice presidenti dei capi dei sotto ministri ai vice sotto ministri, dai vice sotto ministri ai pusillanimi portaborse, dai pusillanimi portaborse ai ministri arrivò al Ministro Ultimo che firmò la legge che aboliva il ROC e la Riforma dell’editoria e di bocca in bocca la notizia felice giunse in un lampo all’Usciere. Si era giocato il tutto per tutto quella sera ma finalmente, senza i blogger tra i piedi avrebbe potuto riassaporare tutti i gusti del suo esercizio pubblico. Il nipote obbediente e competente in un’oretta ristabilì tutte le funzionalità della Rete, che libera da bavagli inaugurò l’era del web8 instancabilmente, appassionatamente, libera.
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